Oggi il quotidiano Libero pubblica a pagina 11 un intervento di Giorgia Latini, vice presidente della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati. Eccone il testo:

2024-04-28 Libero_Latini_rispettare le donne_page-0001Ci sono due vicende che in queste ore ci raccontano molto di come in Italia la sinistra consideri la libertà di parola. La prima è quella del monologo per il 25 aprile che Antonio Scurati avrebbe letto in una rete televisiva pubblica, senza possibilità di contraddittorio, con un pesante Je accuse non tanto contro guerra e dittatura, quanto contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La seconda è l’intervento del vice direttore del Tg 1 Incoronata Boccia sull’aborto.

Nel primo caso, la sinistra ha urlato alla censura, nel secondo caso la censura l’ha invocata: Scurati avrebbe dovuto parlare, Boccia avrebbe dovuto tacere; anzi, secondo le mai sconfessate logiche delle purghe sovietiche, dovrebbe essere messa a tacere.
Potremmo dire che per questa sinistra la parola è un diritto solo per chi recita a copione, ma quando la voce va fuori copione, allora cambia tutto e la sinistra mostra il suo vero volto, illiberale. Meloni il monologo di Scurati lo ha pubblicato sui social; Schlein e compagni, invece, hanno chiesto la testa di Boccia.

Le parole di Incoronata ci portano sul piano di una verità scomoda, e cioè che in Italia la legge 194 è stata applicata a metà, solo per quanto riguarda la possibilità di interrompere la gravidanza, ma ben poco è stato fatto per tutelare la vita. Eppure lo chiede la legge stessa, nata da un’esigenza storica: contrastare l’orrore degli aborti clandestini, che mettevano a rischio la vita delle donne. Come recitano con chiarezza gli articoli 1 e 2 della legge 194 l’aborto non è un mezzo per il controllo delle nascite e lo Stato deve contribuire al superamento delle cause che possono portare all’interruzione della gravidanza.

Non solo, dunque, non è in discussione la legge 194, ma il centrodestra sta mettendo in campo quelle doverose azioni per tutelare la vita delle donne e del bambino che la stessa legge prevede.
Il linciaggio mediatico in cui è incorsa Incoronata Boccia, mi ha ricordato le minacce e gli insulti che mi gettarono addosso quando, nel 2021, da assessore regionale delle Marche, fermai, in osservanza della legge, la distribuzione della RU486 in strutture extraospedaliere.

Sono sempre stata contraria all’aborto: è la mia opinione personale, rafforzata dalla mia fede cristiana, e posso anche sperare che diventi un’opinione sempre piu diffusa fra le donne italiane, ma so bene che non tutte la condividono e, ovviamente, ho grande rispetto per le idee altrui e soprattutto ho rispetto per le storie delle donne che hanno scelto di interrompere la gravidanza. Ed è per questo rispetto che non mi sognerei mai di intimare di tacere a chi la pensa diversamente da me.