Latini: Con “Armonie di pietra” lustro alla bellezza della regione Marche

Latini: Con “Armonie di pietra” lustro alla bellezza della regione Marche

Armonie di pietra inaugurata da Giorgia Latini

La vice presidente della Commissione Cultura della Camera, Giorgia Latini, interviene alla presentazione del catalogo della mostra

Oggi a Roma è stato presentato il catalogo della mostra “Armonie di pietra. Il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giuliani”.

“Grazie a questa mostra – ha commentato Giorgia Latini, vicepresidente della commissione Cultura della Camera ed ex assessore regionale alla Cultura delle Marche – viene dato lustro anche alla Regione Marche, alla bellezza della nostra terra creando questa sinergia tra Roma e le Marche.
“Infatti, l’esposizione unisce i tesori unici della Capitale e le bellezze di Ascoli Piceno: il travertino, la roccia che, per le sue caratteristiche di resistenza e durata nel tempo, è stata la pietra elettiva dell’architettura romana, è la pietra simbolo di Ascoli e fa parte anche della storia di Roma e dei suoi monumenti come il Colosseo. Un connubio perfetto. Una mostra che si è potuta realizzare grazie alla sinergia tra le varie istituzioni”.

Armonie di pietra, a Roma fino al 29 gennaio, poi ad Ascoli Piceno

La mostra è promossa dalla Regione Marche, dal Comune di Ascoli Piceno e dal Parco archeologico del Colosseo per raccontare la regione attraverso le opere dell’artista ascolano.

Ospitata nel Parco archeologico del Colosseo, l’esposizione è visitabile fino al 29 gennaio per poi arrivare nella seconda sede, quella di Ascoli Piceno, dal 7 aprile al 28 giugno nel Chiostro di Sant’Agostino, con la curatela di Carlo Bachetti Doria.

Armonie di pietra mostra Giuliano Giuliani

Come la sinistra ha tenuto prigioniera la cultura italiana

Come la sinistra ha tenuto prigioniera la cultura italiana

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(ANSA) – ROMA, 20 GEN – Il rilancio “trae origine dalla cultura che da sempre è il forte antidoto alla sofferenza. Occorre raccogliere le energie dal territorio per garantire crescita e sviluppo” Così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in occasione della cerimonia di inaugurazione ufficiale di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 durante la quale plaude alle iniziative che vedono la “prospettiva di rinascita attraverso la scelta nobile della cultura”.

La cultura può davvero aiutarci a guarire? a essere migliori? a prosperare? Le parole del ministro Sangiuliano potrebbero sembrare una formula facile, quasi consolatoria, davanti a scenari internazionali drammatici e pericolosamente instabili.

In realtà la cultura, se sottratta ai massimalismi ideologici che spesso l’hanno piegata a strumento di poteri brutali, può essere davvero una “scelta nobile” di “rinascita”. Eppure in Italia per decenni il termine “cultura” è stato avocato prepotentemente solo da una parte politica, la sinistra, in particolare la sinistra marxista.

Cultura di destra, cultura di sinistra

Non voglio entrare nella polemica fra “cultura di destra” e “cultura di sinistra”: trovo, anzi, che restringere il campo a destra e sinistra in un paese come il nostro può forse essere una semplificazione utile per una polemica giornalistica, ma è limitante, non dà conto della realtà complessa e dell’eterogenea storia culturale italiana dell’ultimo secolo almeno.

Dovremmo operare ulteriori divisioni (cultura di sinistra riformista, cultura di destra sociale, cultura liberale, cultura cattolica tradizionalista, cultura cattolica progressista, cultura conservatrice ecc) fino a trovarci davanti un’infinita lista di definizioni di “cultura”, così frammentaria da rendere impossibile qualsiasi forma di sintesi.

Egemonia culturale della sinistra: la falce per tagliare, il martello per schiacciare

Al di là delle singole definizioni, quello che è interessante osservare è come in Italia, almeno dalla fine della seconda guerra mondiale in avanti, tutto ciò che valicava i confini dell’ortodossia di sinistra, non trovava posto nelle case editrici, nelle scuole e università, nei mezzi di informazione, nei grandi appuntamenti pubblici. La ricerca dell’egemonia culturale è sempre stata per la sinistra l’automatica ricerca del consenso sociale, e soprattutto elettorale.

Quali che fossero le culture “altre”, il monopolio marxista è stato davvero falce e martello che ha tagliato e schiacciato tutto ciò che non rientrava nel canone culturale comunista.

I cosiddetti ‘intellettuali’ avevano tutti o quasi tutti la tessera del partito comunista e molti vennero eletti parlamentari nelle file del Pci, magari come “indipendenti di sinistra”. Erano loro, quasi tutti uomini beninteso, che dettavano la linea di ciò che si doveva pubblicare, leggere, recensire, studiare, vedere al cinema, ascoltare alla radio.

Libri, film, musica… tutto il consumo culturale italiano per decenni è stato preventivamente filtrato da una sorta di implicita censura marxista. Un giornalista fuori dal coro? Un nemico del popolo, ovviamente. Un musicista che cantava di sentimenti e non delle imprese del proletariato? Esiliato nella categoria dei “fascisti”. Uno scrittore conservatore? Difficilmente avrebbe trovato un editore disposto a pubblicarlo.

Per non parlare, poi, dei “cattivi maestri” che hanno usato gli strumenti culturali per marchiare a fuoco un’intera generazioni di giovani, protagonista della sanguinosa stagione del terrorismo.

Cultura di destra? Facciamo (qualche) nome

I nomi che non appartenevano alla cultura di sinistra facevano fatica a emergere, a trovare il loro posto al sole. Eppure il contributo delle culture non marxiste in Italia è stato importantissimo.

Pensiamo a grandi figure di intellettuali scomodi, scrittori, giornalisti, editori, poeti, filosofi come Giovannino Guareschi, Leo Longanesi, Ennio Flaiano, Augusto Del Noce, Giovanni Volpe, Giuseppe Prezzolini, Indro Montanelli, Giovanni Raboni, solo per citarne alcuni.

Accanto a questo elenco, che potrebbe continuare a lungo, ce n’è un altro, forse altrettanto o ben più corposo, di autori negati, sommersi, emarginati.

Del resto, abbiamo studiato su antologie dove l’unica critica letteraria ammessa era quella marxista; abbiamo conosciuto la storia solo attraverso una storiografia pesantemente influenzata da storici faziosi che negavano (e magari negano ancor oggi) la tragedia delle foibe; nei libri di filosofa, le analisi dei filosofi di destra semplicemente non trovavano nessuna ospitalità e perfino le avanguardie poetiche hanno negato cittadinanza alla parola poetica che non fosse omologata al ‘pensiero unico’.

Marx ha sempre ragione

Il meccanismo di egemonia culturale – esercitato anche con la forza dell’esclusione, dell’emarginazione, della minaccia, dei ricatti, dell’autocensura – colpiva perfino gli intellettuali di sinistra che dissentivano dalla linea. Quando qualcuno osava criticare, era tacciato d’essere un nemico del popolo e i nemici, si sa, non hanno diritti. Quindi, o il letterato diventava un “intellettuale organico” all’egemonia di sinistra, impegnato obbligatoriamente al servizio della causa del proletariato, schierato contro “il capitalismo e i padroni”, oppure veniva messo da parte.

Per paradosso, era sempre la cultura di sinistra che tracciava l’identikit non solo di se stessa, ma anche dei suoi avversari, relegando qualsiasi “cultura di destra” nel ghetto della cultura fascista, antisemita, razzista e negando, quindi, ogni possibile cittadinanza a ciò che non obbediva alle parole d’ordine dei maître à penser comunisti.

La cultura, tra identità e orizzonte

La cultura di cui dovremmo riappropriarci è quella che ricerca e non nasconde, quella che conosce e mantiene la propria identità ma che non mette steccati e, soprattutto, non distorce la realtà per adeguarla alle follie ideologiche di una parte politica.

La cultura è al tempo stesso identità, storia, saperi, ma è anche sguardo critico verso il presente, è conoscenza e conservazione dei valori, ed è anche capacità di guardare lontano, di immaginare l’orizzonte.

Il fastidio degli intellettuali di sinistra quando oggi sentono parlare di cultura di destra è il sintomo più forte della loro debolezza e gli attacchi sguaiati che portano sono la rappresentazione plastica della fatica che fanno nel ricollocare al posto giusto le tessere di un puzzle che i loro stessi elettori hanno mandato all’aria.

Oggi possiamo dire che “fare cultura” è più facile, perché siamo più liberi (anche se certa sinistra è pronta a sostituire il dogma marxista con il dogma del ‘politicamente corretto’) e siamo consapevoli che non dobbiamo vergognarci dei valori della civiltà occidentale – i nostri valori – ma anzi che tramite quei valori possiamo meglio leggere il mondo, con la libertà che da sempre caratterizza la nostra cultura.

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Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con la vice presidente della Commissione Cultura della Camera, Giorgia Latini

Spettacolo dal vivo, riaperto l’avviso per l’iscrizione all’elenco Pir

Spettacolo dal vivo, riaperto l’avviso per l’iscrizione all’elenco Pir

È stato appena stato pubblicato l’avviso per le domande di iscrizione all’Elenco dei soggetti di Primario Interesse Regionale per lo spettacolo dal vivo. Gli interessati avranno tempo fino al 4 novembre per richiedere l’iscrizione. Diamo modo a più soggetti che siano già in possesso dei requisiti di accedere all’elenco e implementiamo il sistema dello spettacolo dal vivo nella nostra regione
La Regione riconosce la cultura come leva fondamentale della crescita sociale ed economica. Abbiamo investito su questo, cito soltanto il percorso di candidatura presso l’UNESCO delle Marche come Regione dei teatri e le tante iniziative, come il bando welfare culturale, che fanno perno sulle attività culturali per il rilancio dei territori.
Welfare Culturale: online l’avviso per il terzo settore

Welfare Culturale: online l’avviso per il terzo settore

Welfare culturale da sin Katiuscia Cassetta, Giorgia Latini, Lucia Chiatti

Da sin. Katiuscia Cassetta, Giorgia Latini, Lucia Chiatti

E’ online l’avviso per il welfare culturale. Il ruolo fondamentale che la cultura può svolgere per la promozione del benessere sociale e della salute dei cittadini è il principio su cui si basa l’avviso pubblicato oggi dalla Regione per il finanziamento di progettualità regionali di rete tra Organizzazioni di volontariato, Associazioni di promozione sociale e Fondazioni del terzo settore (DM 9/2021 e Accordo Di Programma 2021 Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali-Regione Marche). Da sottolineare che Regione Marche è la prima in Italia ad attivare questa tipologia di intervento.

Alle organizzazioni del Terzo settore viene riconosciuta la funzione strategica, anche nella fase post-emergenziale, per il patrimonio di persone, impegno civico e senso di responsabilità nei settori della cultura, dell’educazione, dello sport e più in generale nelle attività di socializzazione in collaborazione con le istituzioni pubbliche.

I progetti dovranno essere rivolti alla comunità marchigiana con l’obiettivo di raggiungere il benessere degli utenti utilizzando anche contenuti culturali (welfare culturale).

L’intervento, che costituisce una vera novità per il suo carattere trasversale, si avvale di una dotazione di oltre 700 mila euro complessivi e si suddivide in due categorie: la prima destinata ad un unico progetto di rete di carattere regionale per un importo di 319.951 euro. La seconda destinata a finanziare 10 progetti di area vasta con un importo di 40.000 euro per ogni progetto, per un totale di 400.000 euro.

Giorgia Latini: arte e cultura sono fattori di benessere psico-fisico

Si tratta di una misura – afferma l’assessore alla Cultura della Regione Marche Giorgia Latiniche rappresenta una vera svolta e un modello a livello nazionale. Il presupposto è quanto afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità: la salute è un senso di benessere completo. Più precisamente per salute si intende completo stato di benessere fisico, psichico e sociale e non solo come assenza di malattia.

Prosegue Latini: “I riscontri oggettivi ci sono, non ci muoviamo nel campo delle ipotesi. Secondo diversi studi gli indicatori di salute degli individui migliorano con il crescere del grado d’istruzione, che è correlato con lo stato socio-economico.
Sulla scorta di questi riscontri in tutto il mondo si sta valutando l’importanza della fruizione della cultura e l’inserimento di pratiche artistiche nella prevenzione e promozione della salute oltre che nel trattamento di importanti malattie a livello individuale e di comunità.

“Nelle Marche – termina l’assessore- abbiamo deciso di anticipare i tempi e, dopo un confronto con il Terzo settore, di procedere con un bando che fosse un’azione concreta in questo senso. La cultura, l’arte sono fattori di benessere, dunque dobbiamo mettere in collegamento ambiti diversi che si possano portare reciproco beneficio”.

Welfare culturale, collaborazioni tra Forum Terzo Settore e Consorzio Marche Spettacolo

Tra i risultati auspicati quello di creare collaborazioni tra il Forum del Terzo Settore e il Consorzio Marche Spettacolo, che svolge un ruolo di coordinamento tra soggetti impegnati nell’attività culturale. “Abbracciamo con slancio e senso di responsabilità – commentano Katiuscia Cassetta e Lucia Chiatti, presidente e direttore del Consorzio Marche Spettacolo – il compito di informazione, promozione e coordinamento delle attività di welfare culturale conferito dalla Regione Marche al CMS attraverso la convenzione triennale 2022-2024.
E’ un elemento di novità per il Consorzio, una nuova e stimolante sfida. Ringraziamo la Regione Marche per essersi prodigata affinché il tema del welfare veda la cultura protagonista e parte attiva di interventi su scala regionale e non solo, in stretta connessione con gli enti del terzo settore
”.

L’Avviso pubblico e la relativa modulistica sono scaricabili a questo link:

La procedura telematica per la presentazione delle domande di contributo è attiva dal 13 settembre, fino alle ore 17 del 13.10.2022.

MArCHESTORIE, il Festival regionale diventa una strategia nazionale

MArCHESTORIE, il Festival regionale diventa una strategia nazionale

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Da sin. Garavaglia, Parcaroli, Latini

Incontro pubblico oggi nell’Auditorium della biblioteca comunale Mozzi Borgetti, Macerata, organizzato dall’associazione Stronati, alla presenza del Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, delle associazioni di categoria e dei sindaci. Sul tavolo un confronto sulle strategie culturali e turistiche capaci di contribuire alla crescita dei territori.

Al centro del dibattito il Festival MArCHESTORIE, promosso dall’assessore regionale alla Cultura, giunto alla sua seconda edizione, in programma dal 2 al 18 settembre e individuato come best practice tra le attività per il rilancio dei territori attraverso cultura e turismo.

A portare i saluti agli ospiti è stato il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli: “Anche la città di Macerata, grazie alla sua unicità che è quella dell’Ecomuseo delle case di Terra di Villa Ficana, luogo identitario della comunità maceratese, è protagonista di Marchestorie. Come presidente della Provincia voglio ricordare che il nostro è un territorio colpito dal sisma e che sei anni fa le nostre vite sono cambiate profondamente. Oltre alla ricostruzione materiale è necessario anche valorizzare e promuovere i nostri borghi unici e siamo tutti concordi nel dire che il turismo e la cultura possono dare una vera e propria spinta a questo percorso. Ringrazio per la costante collaborazione l’assessore Giorgia Latini e il Ministro Massimo Garavaglia”.

L’assessore Latini: “Marchestorie è una scommessa vinta, un veicolo efficace per raccontare le Marche”

Per l’assessore regionale alla Cultura, Giorgia Latini “MArCHESTORIE è una strategia di rete, nata dal basso, che investe sul binomio cultura turismo, sulle sinergie. I borghi – ha spiegato l’assessore – sono il perno centrale di questa iniziativa. Attraverso i piccoli centri, le loro tradizioni, la cultura orale, le leggende e le storie che caratterizzano i luoghi, raccogliamo in un unico brand tantissime storie che insieme compongono questa straordinaria Regione. In soli due anni abbiamo coinvolto oltre 150 comuni. Si apre domani la seconda edizione e siamo convinti che riusciremo a fare di più e meglio rispetto all’anno precedente, che aveva registrato 500 eventi e 23 mila spettatori. Sono convinta, e la grande partecipazione ci sta dando ragione, che MArCHESTORIE diventerà presto una infrastruttura della cultura marchigiana, un veicolo per promuovere la nostra regione. Stiamo investendo molto, quest’anno avremo 100 passaggi soltanto sulle tv nazionali, pertanto non mi stupisce che il Ministero abbia deciso di sposare la nostra strategia e proporla su più vasta scala. E’ una scommessa vinta, alla quale assieme al presidente Acquaroli abbiamo sempre creduto, che trova l’entusiasmo di tanti comuni e richiede tuttavia di proseguire il lavoro sinergico tra istituzioni per poter crescere ancora”.

Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio Marche, ha rimarcato la presenza delle associazioni di categoria (esclusa Confindustria, assente a causa del cambio di orario dell’iniziativa), “che fa comprendere quanto siamo al fianco delle strategie regionali. Abbiamo avuto la fortuna di avere un’assessore regionale alla Cultura che ha dato peso a questo settore collaborando con i territori, le associazioni di categoria e, soprattutto, che ha creato connessioni con il mondo produttivo”.

Per Massimiliano Moriconi, direttore CNA Macerata “finalmente si evidenziano le peculiarità dei territori”.

Giordano Nasini, direttore Coldiretti Macerata ha sottolineato l’unità di intenti: “Il nostro cavallo di battaglia è l’identità, l’origine dei prodotti. MArCHESTORIE è un modo straordinario per promuovere la nostra vera identità, andiamo nella stessa direzione”.

Per Giorgio Menichelli, segretario generale Confartigianato Macerata, Ascoli Piceno e Fermo “il turismo senza le imprese artigiane è carente, dobbiamo fare un prodotto turistico che restituisca la genuinità dell’artigianato. Mai nessuno come questa Regione aveva pensato al tema dei borghi e delle aree interne”.

Luca Giustozzi, in rappresentanza Confcommercio e Fedaralberghi, ha concluso evidenzianti come “i borghi siano tra i fattori principali di attrazione dei turisti”.

A presentare il ruolo di Amat come partner del progetto e nel contesto culturale marchigiano è stato il presidente Piero Celani. Paolo Notari, direttore artistico del Festival, ha invece ricordato la qualità delle proposte venute dai territori e che rappresentano la vera forza di ogni strategia di promozione.

Ministro Garavaglia: “Progetto perfetto per la promozione delle Marche che ha nostro sostegno”

A trarre le conclusioni del dibattito è stato il Ministro, Massimo Garavaglia: “Le Marche – ha detto – sono la sintesi dell’Italia con 30 borghi tra i più belli del Paese, che si prestano a mille chiavi di lettura. Le parole chiave sono coscienza, bisogna prendere coscienza e narrazione. MArCHESTORIE è narrazione, mi complimento con la Regione Marche, che è la prima ad aver capito cosa occorre fare e lo ha fatto bene. I numeri del turismo marchigiano sono tra i migliori d’Italia. Questo perché la strategia che si è scelta è integrata e fa leva su qualità e autenticità. Sono contento di avere sostenuto questo progetto, che è ottimo, non c’è modo migliore di raccontare le Marche”.

Per consultare il programma del Festival è possibile accedere al portale. Per avere aggiornamenti segui la pagina MArCHESTORIE.